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autore
brano
 
Cicerone
I doveri, II, 12
 
originale
 
[12] Earumque item rerum, quae noceant et obsint, eadem divisio est. Sed quia deos nocere non putant, iis exceptis homines hominibus obesse plurimum arbitrantur. Ea enim ipsa, quae inanima diximus, pleraque sunt hominum operis effecta, quae nec haberemus, nisi manus et ars accessisset, nec iis sine hominum administratione uteremur. Neque enim valitudinis curatio neque navigatio, neque agricultura neque frugum fructuumque reliquorum perceptio et conservatio sine hominum opera ulla esse potuisset.
 
traduzione
 
12. La stessa divisione si pu? applicare a quelle cose che ci nuocciono e ostacolano. Ma poich? si crede che gli dei non facciano il male, si ritiene che - messi da parte quelli - gli uomini costituiscano il pi? grande ostacolo per gli uomini. Infatti quelle stesse cose che abbiamo detto inanimate, sono per la maggior parte il prodotto del lavoro umano, che non avremmo se non ci fossero state le mani e la mente, e non le potremmo nemmeno usare senza l'ausilio degli uomini. Senza l'opera dell'uomo non sarebbero possibili la medicina, la navigazione, l'agricoltura, il raccolto e la conservazione delle messi e di tutti gli altri frutti.
 

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